Cos’è?
È l’incapacità di controllare l’evacuazione fecale con conseguente perdita involontaria di feci solide, liquide o di gas (incontinenza passiva), o l’incapacità di ritardare l’evacuazione fino al momento più opportuno (urgenza defecatoria).
Mancano dati certi sull’incidenza nella popolazione, ma si calcola in circa il 2%, con circa il 10% delle persone nelle degenze per anziani; frequente la doppia incontinenza, fecale ed urinaria. E’ presente nel prolasso completo di retto fino all’80% e nel prolasso retto-anale fino al 44%. E’ sottodiagnosticata per pudore da convenzioni sociali.
Comporta riduzione dei rapporti interpersonali per frequente autoisolamento, è causa di maggiore assistenza nelle degenze per anziani, ed ha dei costi sociali elevati.
Cause
La continenza anale è frutto di un’importante convergenza di più fattori: adeguatezza degli sfinteri anali, capacità del retto ad accogliere le feci e la tipologia delle feci. Sfinteri danneggiati per traumi, per precedenti chirurgie, per lesioni da parto misconosciute, per danni neurologici; una malattia del retto o una sua irradiazione lo rende meno “compliante” e più reattivo alla presenza di seppur piccole quantità di feci; feci liquide e ricche di sali biliari; sono tutti fattori che determinano di per sé una riduzione della capacità a trattenere volontariamente il contenuto del retto.
Come si fa diagnosi?
Un’accurata visita proctologica, fornirà le prime indicazioni. E’ necessario utilizzare alcune scale internazionali che servono a quantificare il grado di incontinenza (CCIS, AMS…) nonché dell’alterazione della qualità di vita (FiQoL, SF36, …). Alcuni esami aiuteranno a definire il quadro: l’Ecografia transrettale permetterà di individuare eventuali lesioni degli sfinteri, e la Manometria anorettale da informazioni sulla funzione anale e rettale. A seconda delle ipotesi conseguenti alla visita potrà essere indicata un’Rx defecografia nel sospetto che un prolasso interno possa generare incontinenza.
Quale trattamento?
Il trattamento sarà volto a correggere i fattori che stanno alla base dell’incontinenza; spesso è necessario associare più dei seguenti trattamenti:
- Dieta che riduca la presenza di feci liquide;
- Addensanti fecali (caolino, farina di carrube, gomma arabica, …), di chelanti i sali biliari (colestiramina, ….), e/o farmaci che rallentano il transito intestinale (loperamide, …);
- Riabilitazione perineale: fisiokinesiterapia, biofeedback, stimolazione elettrica funzionale (SEF);
- Elettrostimolazione del nervo tibiale posteriore:
- Neuromodulazione sacrale;
- Irrigazione transanale del retto, al fine di eliminare le feci con apparecchiature semplici da utilizzare a domicilio;
- Irrigazione isoperistaltica (tecnica di Malone e successive modifiche);
- Iniezioni locali di sostanze volumizzanti; o di miniprotesi (Gatekeeper®);
- Sfinteroplastica, di tecnica diversa a seconda del tipo delle lesioni;
- Graciloplastica elettrostimolata;
- L’impianto di protesi idrauliche o magnetiche.
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